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Katsuhisa Kitano

KATSUHISA KITANO

"Oggetti che riescano a suscitare commozione", esprimono le sue opere; produzione di nuove ceramiche attraverso la tecnica della torsione a strizzatura

1980

Nasce ad Osaka

2000

Si laurea nella facoltà di Visual Design presso L’ Università delle Arti di Osaka – Laurea triennale

2002

Frequenta fino a compimento corso la Scuola prefetturale di specializzazione tecnica in vasellameria, tornio e ricerca di Kyoto
Studia in seguito a Shibaraki sotto la guida di Nobuo Furuya

2005

Presso la sua abitazione, nel laboratorio paterno (Mashiko Kitano) inizia la sua prima attività di produzione di ceramiche.
Partecipa alla mostra di artigianato Niimi Kogeiten (2005-2007)

2006

Partecipa alla 35a mostra di Artigianato tradizionale giapponese della regione Kinki

2007

Partecipa alla mostra di artigianato di Osaka e alla 13a mostra Niimi Kogeiten; riceve il gran premio "Niimi Kogei"
Partecipa alla 36a mostra di artigianato tradizionale giapponese della regione Kinki, dove riceve il premio "Prefettura di Wakayama-Commissione didattica-Direzione didattica"
Riceve il premio "Yushusho" (di eccellenza) alla prima mostra di Hagi Daishoten.

2008 Riceve il premio "Yomiuri Television" alla 14a mostra Niimi Kogeiten

Davanti alla nobiltà della bellezza si percepisce anche quella della bontà. Una curva delicata e una forma armoniosa sono le prove dell’alta qualità di una ceramica.

Figlio di un padre possessore di un laboratorio di artigianato locale di bizen-yaki (tazze da sake), un giorno accidentalmente si reca in visita ad una mostra e, alla vista di certi articoli in porcellana bianca, ne riceve un profondo turbamento. In un’epoca in cui era ancora incerto sul suo avvenire, tutti i suoi dubbi spariscono all’istante.
Mentre egli era ancora convinto che fabbricare con simmetria le tazze di porcellana da sake fosse una cosa naturale, riesce a conferire ad esse una nuova espressione, imprimendo loro la sensazione di movimento mediante torsioni simili a strizzature e adottando la tecnica propria dei vetrai.

"Anch’io desidero suscitare commozione in qualcuno". Con la ripetizione degli errori quotidiani, egli continua di giorno in giorno a cimentarsi in nuovi esperimenti.